La beola è considerato da sempre il materiale tradizionale della zona del piacentino per due motivi: per prima cosa nella provincia di Piacenza non c’erano cave importanti o degne di nota e le pietre presenti erano un po’ troppo tenere e gelive (quindi non proprio indicate a resistere alle intemperie del nostro clima) e secondariamente la beola era vantaggiosa sia per il costo che non troppo alto, sia per la facilità del trasporto.
La beola, infatti, viene estratta dall’epoca rinascimentale in Val d’Ossola, Piemonte, nelle province di Verbano-Cusio-Ossola e Novara, dove troviamo piccole cave che offrono una produzione limitata. Già dai secoli scorsi questa pietra è stata ampiamente utilizzata nelle zone lungo il Ticino ed il Po fino a Cremona dove veniva trasportata per vie fluviali.
Grazie al facile collegamento consentito dal fiume Ticino è diventata una pietra fondamentale dell’edilizia milanese, sia nella realizzazione dei palazzi storici, sia negli interni che negli esterni, che per i tipici ballatoi delle case di ringhiera.
La beola veniva impiegata quindi in tutta la pianura padana: dalle grandi città come Milano, Pavia, Cremona, Piacenza fino ai paesi più piccoli di queste antiche province e lungo il fiume Po fino alla zona di Parma.
Nelle zone oltre Parma, quindi da Reggio Emilia in poi fino verso la Romagna, le pietre utilizzate per le costruzioni erano estratte nelle aree limitrofe (es. Canossa).